Don Bosco Gaeta di questo passo, ma sopratutto con l’atteggiamento riproposto in campo, la salvezza diventa un miraggio.
Come se non bastasse l’attuale situazione di classifica, a rendere ancora più insidioso il percorso che resta da fare nella stagione in corso concorrono due fattori comportamentali: l’atteggiamento in campo nei 90′ di gioco e la fragilità del gruppo nella gestione dei passaggi difficoltosi dell’incontro. Due elementi di negatività che, pur affondando le radici comprensibilmente nella frustrante mancanza di risultati, di fatto sta producendo l’effetto di vanificare tutti gli sforzi messi finora in campo dal club oratoriano per tentare di raddrizzare la situazione.
Resta ancora tanto da giocare e tanti punti potenzialmente utili per la causa della Don Bosco Gaeta.
In teoria la matematica salvezza ancora non condanna la squadra alla retrocessione. Per coltivare la speranza salvezza, però, bisognerebbe imprimere una sterzata decisa all’andazzo visto in campo finora dalla squadra guidata da mister D’Amante.
Non basta “mettere la testa bassa e lavorare”, come ha sottolineato giustamente nell’intervista post partita il buon Forlani, servirebbe ritrovare in fretta lo spirito che negli ultimi dodici anni ha caratterizzato per gestione, comportamento e risultati il club presieduto da Nino Arena.
Senza una reazione virtuosa, ci sentiamo in diritto-dovere di parlare oggi con la massima chiarezza e franchezza, non sarebbe possibile sperare d’imprimere la svolta decisiva alla stagione in corso.
E le occasioni che restan per sterzare sono sempre di meno. Di conseguenza, il tempo per cambiare registro è stato praticamente azzerato. Non si può più sbagliare! Servirebbe agire nella giusta direzione e subito.
Altrimenti……