Salvatore Gionta, ex capitano del leggendario Settebello alle Olimpiadi di Roma 1960, è venuto a mancare oggi all’età di 94 anni. Il suo nome rimarrà per sempre legato alla storia della pallanuoto italiana, un atleta che ha raggiunto vette straordinarie sia in piscina che fuori, diventando una figura di riferimento per le nuove generazioni di sportivi.
Nato a Formia, in provincia di Latina, Salvatore Gionta ha lasciato il segno nel mondo della pallanuoto internazionale. La sua impresa più grande è senza dubbio il titolo olimpico conquistato nel 1960 a Roma, dove guidò la nazionale italiana alla vittoria contro la Jugoslavia, un trionfo che ha segnato un punto di svolta nella storia dello sport azzurro.
Ma la sua carriera è anche costellata di altri prestigiosi successi: bronzo alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 e medaglia agli Europei di Torino nel 1954.
A livello di club, Gionta ha conquistato il titolo di Campione d’Italia nel 1956 con la Lazio, aggiungendo un altro trofeo importante al suo palmarès.
“Gionta ha onorato la sua città natale con una carriera straordinaria”: con queste parole anche l’amministrazione comunale di Formia ha voluto ricordare l’ex pallanuotista scomparso unendosi al cordoglio della famiglia, del Coni e dell’intero movimento acquatico italiano.
“Formia perde un figlio illustre, un esempio di dedizione, disciplina e passione sportiva. La sua storia, fatta di sacrifici e grandi successi, è motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità – ha dichiarato il sindaco di Formia Gianluca Taddeo –. Salvatore Gionta ha rappresentato l’Italia e la nostra città ai massimi livelli internazionali, rimanendo sempre legato alle sue radici. Ai suoi familiari giunga l’abbraccio commosso da parte di tutta la nostra comunità”.
Anche l’Assessore allo Sport Fabio Papa ha voluto esprimere il proprio ricordo: “Salvatore Gionta è stato un gigante dello sport italiano, un campione vero, dentro e fuori dall’acqua. La sua figura rimarrà indelebile nella memoria collettiva di Formia e dello sport nazionale. Lavoreremo affinché il suo nome sia ricordato anche dalle nuove generazioni, come simbolo dei valori più alti dello sport“.
Dopo aver appeso il costume al chiodo, Salvatore non si è ritirato dall’ambiente sportivo, ma ha intrapreso una carriera dirigenziale di grande valore. Tra il 1976 e il 1997, ha ricoperto numerosi incarichi dirigenziali nel Coni, tra cui quello di presidente dell’associazione ex atleti della SS Lazio, promuovendo la memoria sportiva e i valori dell’etica sportiva.
Il suo impegno dentro e fuori dalla piscina è stato premiato con numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di Commendatore della Repubblica e nel 2015 il prestigioso Collare d’Oro al merito sportivo conferito dal Coni.
La scomparsa di Salvatore Gionta ha suscitato un’ondata di cordoglio da parte di tutto il mondo sportivo. Tra i messaggi di affetto, si segnala quello del presidente della commissione sport di Roma Capitale, Bonessio, che ha sottolineato come “Salvatore Gionta lasci un’eredità indelebile fatta di talento, dedizione e spirito di squadra”, e quello del presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, che ha ricordato l’importanza di Gionta non solo come atleta, ma come testimone e promotore dei valori sportivi.



