Tonfo dello sport italiano, il CIO attacca: Italia senza bandiera ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020(1)!

Il Comitato Olimpico internazionale ha pronto il documento di sospensione del Coni: un atto che per l’Italia non ha precedenti e che impedirebbe agli atleti azzurri di gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo al via il 23 luglio sotto la bandiera del nostro paese“.

A rilanciare la clamorosa indiscrezione è l’edizione odierna di ‘Repubblica‘ in merito alla querelle tra lo sport italiano e il Cio che potrebbe portare l’esclusione dell’Italia dai Giochi Olimpici di Tokyo in programma questa estate. Mercoledì alle ore 17:30 verrà resa nota la decisione ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale ma a quanto si apprende gli atleti azzurri non potranno gareggiare in difesa della propria bandiera così come la Bielorussia e la Russia.

Senza un intervento del governo, Federica Pellegrini o Gregorio Paltrinieri potrebbero concorrere soltanto come atleti indipendenti – precisa l’articolo pubblicato da Repubblica -. E non solo. Perché la sospensione del Coni, rischierebbe di avere pesanti ripercussioni anche su Milano-Cortina, i Giochi invernali che l’Italia ospiterà nel 2026. La sospensione del Coni bloccherebbe anche i finanziamenti del Cio, che ovviamente arrivano tramite i Comitati Olimpici“. Il tutto è scaturito a causa della riforma dello sport nata due anni e tre mesi fa sotto il governo Lega-M5s ha creato un vulnus che la contro riforma Spadafora non ha sanato.

Due sono state le lettere scritte dal presidente del Cio Thomas Bach (14 ottobre e 2 dicembre) alle quali formalmente non è stata mai data alcuna risposta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nelle lettere Bach scriveva: “al Coni non è consentito di rispondere in pieno del suo ruolo di Comitato olimpico e di operare in accordo con la Carta Olimpica“. “Il premier Conte può ancora evitare, seppur in extremis, la figuraccia globale. Come? Convocando entro domani un Consiglio dei ministri, che approvi un decreto per risolvere la questione dell’autonomia del Coni – aveva detto il presidente del Coni Giovanni Malagò -. A dirla tutta, un decreto esiste già: è stato scritto in accordo tra gli uffici del ministero dello Sport e quelli del Mef, e in poche righe determina garanzie per l’autonomia funzionale e gestionale del Coni trasferendogli la pianta organica dei dipendenti che ha in uso da Sport e Salute. Ma il decreto giace in un cassetto, bloccato da ostruzioni politiche. L’ufficio sport sta provando a portare il decreto in approvazione in tempo. Ma basterebbe approvarlo prima dei Giochi, per permettere al Cio di ritirare la sospensione in tempo: bastano 24 ore“.

Il tempo sta scadendo e la giornata di mercoledì potrebbe rappresentare un clamoroso tonfo dello sport italiano in vista dell’evento più importante.

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