Gaeta saluta per sempre “Cenzino”

Alzi la mano chi, gaetano verace come il sottoscritto, non ricorda Cenzino. O Cianiello, o Cianiegl’, in dialetto gaetano, come volete.


Su Telefree un articolo, molto letto e commentato, lo ha ‘riportato’ tra noi qualche anno fa:


“Indimenticabili le sue passeggiate sul Corso col vestito da sposa, la pelliccia di rat musque in pieno agosto, i bagni nella fontana della Triestina, gli anelli sfarzosi, i fili di perle al collo e i tatuaggi (“Per non credere ho sofferto” su tutti).
E poi la sua voce roca, le sue visioni mitologiche e l’incubo della Maga Circe che ci avrebbe trasformato tutti in porci.
E poi? Poi è sparito.”

Che fine aveva fatto?

Si era trasferito a Belmonte Castello, città dove sembra avesse finalmente superato i problemi legati alla dipendenza dall’alcool e nella quale è spirato lasciandoci tutti nella tristezza più totale perché era un personaggio al quale erano impossibile non volergli bene nonostante tutti i “guai” fatti passare ai cittadini di Gaeta e non solo. Indimenticabile quando gettò a mare tutti una miriade di tombini o addirittura le chiavi di una pattuglia dei Carabinieri.


Una cosa è certa, la sua lontananza e scomparsa da Gaeta ha contribuito ad alimentarne la leggenda in questi anni, lo aveva fatto entrare nel mito ed ora lo sarà più che mai.

Ciao Cenzino…

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