Serapo Volley Gaeta, Saccoccio non teme l’esame Sora: “Abbiamo fame e siamo stimolati da questa sfida”

Sabato al Palamarina ripartirà la stagione della Serapo Volley Gaeta in Serie C Regionale con l’inizio del girone di ritorno.

I ragazzi di coach Iacovello dovranno lasciare provvisoriamente, causa concomitanza con la pallamano, il talismano PalaVenezia, da cui è partita a dicembre la striscia tuttora attiva di 5 vittorie consecutive, per far ritorno alle origini nel caro vecchio edificio di Via Marina.

Dopo una pausa di ben 2 settimane, la Serapo si ripresenta sotto rete ospitando una big del girone B: Sora. All’andata del 7 ottobre ci fu un perentorio 3-0 da parte dell’attuale seconda classificata, ma i tempi sono cambiati e di acqua ne è passata sulla spiaggia nel corso di questi mesi. 

La compagine serapista, sotto la sapiente guida di coach Iacovello, ha acquisito col tempo la giusta consapevolezza per affrontare anche avversari di questo calibro, ma saprà confermare gli stessi propositi anche dopo questa lunga sosta? Lo chiediamo a Luca Saccoccio, talentuoso centrale ed eccellente uomo spogliatoio del club biancoblu.

“Sicuramente giocare dopo una sosta può nascondere delle incognite, specie quando si va ad affrontare un avversario di livello come Sora” afferma Saccoccio. “Noi ci affidiamo alle certezze: il gruppo ed il lavoro che stiamo facendo in palestra. Non stiamo pensando alla rivincita; c’è sicuramente voglia di far bene, ma per noi, per il percorso tecnico che abbiamo intrapreso”.

Ecco, non si pensa alla rivincita ma un’eventuale vittoria di domani darebbe una grossa mano in classifica alla Serapo, dove attualmente ottava a 3 punti dalla top 5, ed incentiverebbe verso le stelle un morale già in cielo. Caro Luca, perché il Sora è un contender da tenere d’occhio?

“Andiamo ad affrontare un avversario tecnicamente e tatticamente preparato” riprende la parola Saccoccio. “Sora è una squadra ben consapevole dei propri mezzi e con delle individualità importanti, pertanto sarà necessario essere impeccabili. Troviamo che sia stimolante confrontarsi con un avversario di questo livello”. 

“Guardare la classifica in questo momento non è certamente nelle nostre priorità” continua il golden boy serapista. “Siamo un gruppo che si nutre di entusiasmo e di voglia di migliorarsi. Coach Iacovello ha saputo toccare i giusti tasti: c’è fame di crescita, verrà quel che saremo in grado di raccogliere nel percorso”.

La Serapo Volley fa sul serio: la società gaetana non si è fermata agli splendidi risultati sul campo ed è intervenuta in queste settimane sul mercato acquistando due giocatori di ottime qualità: Gianmarco Vindice ed Andrei Madalin. 

Il primo è un libero con esperienze in A3 e B e dovrebbe esordire domani, invece il secondo è un martello di innata potenza proveniente dalla Romania che debutterà tra qualche settimana.

“Si tratta sicuramente di due innesti importanti per la categoria” concorda Saccoccio. “Sono ragazzi che si sono messi a disposizione con grande umiltà, integrandosi subito nelle dinamiche di squadra e di spogliatoio. Questo sport è crudele però; le individualità eccellono se il collettivo lavora bene ed ognuno di noi è responsabile dell’impatto del proprio compagno. Siamo contenti che due grandi giocatori si siano uniti ad un gruppo di grandi giocatori”.

Non solo protagonista in campo; il buon Luca è anche coach di varie squadre under femminili del vasto ed eccellente settore giovanile serapista. Cerchiamo di scoprire il suo modus operandi professionale con le ragazze, chiedendogli anche se esista una trama moral-tecnica che leghi il Saccoccio giocatore a quello allenatore.

“Sicuramente il background di giocatore mi ha aiutato molto, specialmente nelle prime battute” rivela. “Ritengo che a livello giovanile la funzione educativa del tecnico passi anche per un discreto grado di empatia e aver percorso in passato la strada che cerco ora di intraprendere con le ragazze mi aiuta sicuramente a capirle, a consigliarle”.

“Cerco di trasmettere loro, al di là delle conoscenze tecniche, lo spirito di abnegazione e di sacrificio che un atleta deve avere per arrivare il più in alto possibile. È importante però scindere le due parti, sentirsi giocatori mentre si allena è sbagliato, sentirsi allenatori mentre si viene allenati lo è altrettanto” conclude un Saccoccio positivamente ispirato dal mantra Iacovello.

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