Basket – Serapo ’85 Gaeta, il presente lancia il futuro

Cosa sta succedendo alla Serapo ’85 Gaeta?

Il day after di una sconfitta ti prende il petto, ti preme sulla testa, continui a darti spiegazioni, come quando accade dopo un litigio con la tua ragazza; ci stai male, vuoi capire dove hai sbagliato, ti appigli ad ogni dettaglio pur di trovare un arcano che ti sblocchi, che ti faccia arrivare al nocciolo del problema. Eppure ti impegni al massimo, ti dai da fare quasi H24… Ma più cerchi di andare avanti, più resti fermo in un pantano psicologico.

Provo ad immaginare così l’aggrovigliamento di stati d’animo dentro Stefano Marrocco, l’attuale coach della Serapo ’85 Gaeta, il giorno dopo la terza sconfitta consecutiva arrivata dall’ennesima beffa allo scadere. Tanto lavoro, poi basta un tiro, puff, e si spegne la luce tornando a casa a mani vuote.

La Serapo ’85 a ridosso della sosta sembrava aver trovato il bandolo della matassa, con le vittorie su Roma Nord 2012 e Lazio Pallacanestro 1932. I problemi di adattamento d’inizio stagione parevano scomparsi; i ragazzi erano riusciti a creare una pallacanestro serena, più fluida ed organizzata. Si andava oltre il singolo canestro, si giocava insieme per un unico obiettivo.

Dopo la sosta, sono tornati i fantasmi d’inizio stagione. La squadra fin dal match contro Stella Azzurra Viterbo evidenzia delle défaillance nei fondamentali e nell’approccio psicologico alla partita. 

Un gruppo che non riesce più a mantenere un vantaggio, che si auto-complica la vita trasportandosi degli avversari di livello pari se non inferiore fino alla tagliola dei tiri finali. E le beffe arrivano, perché come insegna il baseball: se non chiudi, la chiudono gli altri.

Lancio una spada a favore di Coach Marrocco; ho potuto seguire ed apprezzare i suoi allenamenti. Vuole insegnare pallacanestro, ci mette l’anima per istruire i ragazzi su tutti gli aspetti. Si corre, si suda, ci si confida e alla fine i giocatori sono uniti. Poi in partita si creano delle distanze tangibili tra panchina e campo; emergono le individualità, si sfilaccia quel tessuto che lega i reparti e l’attitudine verte verso il basso anziché puntare al canestro.

Abbiamo parlato di Serapo 2.0, di progetto di crescita. Abbiamo tastato entrambi i lati della medaglia biancoverde. Per i ragazzi è arrivato il momento di ascoltare, di capire cosa si vuole fare da grandi. Perché il talento c’è, la guida è ottima e l’affetto del pubblico, ieri stracolmo nel nuovo Impianto, è incondizionato.

I periodi negativi fanno parte dello sport; i cosiddetti “slump” li hanno tutti. Importante è come saperne uscire, vedi Laundromat Gaeta e Serapo Volley. Sono sicuro che il duro lavoro degli allenamenti e le esperienze scottanti riavvieranno a breve il treno della crescita biancoverde, fatto di soddisfazioni e celebrazioni. La gioventù della palla a spicchi gaetana non sarà bruciata, bensì vincente. Basta avere pazienza e credere nei propri mezzi.

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