Gaeta: le riflessioni dl giorno dopo

Il Gaeta che perde 5 punti di vantaggio sulle antagoniste nella corsa al secondo posto torna a far riflettere e discutere. A partire da scelte che non ci competono ma, da osservatori, ci sia consentito quantomeno di commentare quello che vediamo in campo la domenica.

A partire dalla scelta dell’11 titolare preferito domenica nel match casalingo contro Vicovaro. Distinta alla mano ci siamo subito chiesti che fine avesse fatto la formazione vista all’opera la domenica precedente a Monte San Biagio, con particolare riferimento alla zona nevralgica del campo.

Anzichè riproporre il trio Panico – Carnevale – Malfetta, con Barba e Bellante sempre pronti a ripiegare per dare manforte al centrocampo, mister Bellamio ha varato una formazione diversa intervenendo ancora una volta con modifiche al reparto che collega la difesa all’attacco. Il tecnico avrà senza dubbio avuto le sue ragioni ma, contrariamente a quanto abbiamo osservato in quel di Monte San Biagio, domenica scorsa col Vicovaro Panico e compagni sono stati costantemente messi in difficoltà dal centrocampo ospite. Con Chavez e Taverna che hanno preso il comando delle operazioni e costretto ad inseguire costantemente la palla sfruttando la superiorità numeria e la qualità tecnica per impostare e sviluppare trame di gioco in continuità e pericolosità.

Mister Bellamio

A tal punto ci chiediamo: perchè modificare un centrocampo e l’11 titolare che aveva fatto bene a Monte San Biagio? Ne è valsa la pena? Non crediamo!

E’ vogliamo parlare del sistema di gioco? Le scelte potrebbero aver inciso nella pestazione ma non credo che tutto ciò escluda il bisogno di allargare la riflessione ad altro: bisogna sempre e comunque insistere sul 4 – 3 – 3, schieramento che non sempre ha dato risposte positive? Oppure sarebbe opportuno pensare ad ampliare al bisogno la scelta anche ad un modulo diverso in grado di variare la proposta di gioco sfruttando una rosa, in modo particolare quella dei centrocampisti, dove regna sovrana l’abbondanza e dove si rischia di perdere la bussola passando da una scelta all’altra?

Forse ci siamo sbilanciati nella disamina a noi meno vicina. Certi discorsi spettano a chi è formato e preparato ad impostare il lavoro ma, detto chiaramente, il punto è che nello specifico qualcosa non ci convince. Abbiamo provato a riflettere ad alta voce, mettiamola così, nulla di più. Se abbiamo detto cavolate ce ne scusiamo, l’importante che sia chi di dovere a fare le riflessioni giuste e corrette per guidare la squadra con chiarezza e decisione verso il traguardo.

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